La plastica è largamente impiegata nell’industria, sia nella produzione di imballaggi destinati a svariati settori che per realizzare manufatti. Parliamo di materiali come il PET o il PVC, che grazie alle loro caratteristiche e proprietà si sono affermati per molteplici utilizzi.
Durante i cicli industriali, la plastica è sottoposta ad alte velocità e si polarizza, dando luogo a una serie di problemi. I film plastici restano attaccati alla macchina che li lavora, il materiale si sposta e non permette l’allineamento all’interno dello stampo, i prodotti sono difettosi e devono essere scartati; non solo: c’è il rischio che gli operatori prendano delle scosse. Per tutti questi motivi, quindi, è necessario eliminare l’elettricità statica dai materiali plastici.
Quali sono le materie plastiche più utilizzate?
Dall’automotive all’industria alimentare, dalla produzione di elettrodomestici e componenti per l’elettronica alle applicazioni in ambito medico e farmaceutico: volendo citare tutti gli utilizzi delle materie plastiche, l’elenco sarebbe davvero lungo.
La versatilità di molti dei materiali, la resistenza e la possibilità di modificarne le proprietà attraverso l’aggiunta di alcune sostanze durante la lavorazione sono ancora dei fattori che giocano a tutto vantaggio della plastica. A livello industriale, le quattro tipologie più utilizzate sono il PET, l’HDPE, il PVC e il PP.
Caratteristiche del PET
Il PET o Polietilene tereftalato appartiene alla famiglia dei poliesteri ed è riciclabile al 100%. Leggero, elastico e resistente, è adatto al contatto con gli alimenti.
Caratteristiche dell’HDPE
L’HDPE – High-Density Polyethylene, ovvero polietilene ad alta densità –
appartiene alla famiglia delle Poliolefine, che comprende altri tipi di polietilene, a bassa e media densità (LDPE e MDPE). Può sopportare temperature elevate, fino a 120°C per brevi periodi, e resiste anche alla maggior parte dei solventi.
Caratteristiche del PVC
Il PVC o polivinilcloruro è molto versatile perché può essere sia rigido che flessibile, grazie all’aggiunta di prodotti plastinanti. È formato da cloro, carbonio e idrogeno: l’aggiunta di varie sostanze, come stabilizzanti e lubrificanti, serve a conferirgli specifiche caratteristiche. È inoltre facilmente riciclabile, attraverso processi fisico-meccanici.
Caratteristiche del PP
Il PP o Polipropilene è leggero, molto resistente alle temperature e agli agenti chimici corrosivi, ed è utilizzato anche come fibra tessile. È un materiale termoplastico usato in molti settori industriali, come la produzione di elettrodomestici e l’automotive, e viene impiegato anche come fibra tessile. Le sue proprietà, a partire dalla resistenza alle temperature e agli agenti chimici, lo rendono particolarmente utile e versatile
Le principali tecniche di lavorazione industriale della plastica
I materiali plastici sono lavorati da macchine utensili industriali con modalità simili a quelle dei metalli. Anche i semilavorati e i prodotti finiti si chiamano nella stessa maniera di quelli metallici – parliamo quindi di lastre, profilati, barre, ecc. – e i principali processi sono stampaggio, estrusione, termoformatura, soffiaggio. È proprio durante queste lavorazioni che si accumulano le cariche elettrostatiche così dannose sia per il prodotto finale che per il lavoratori e l’intera linea.
Stampaggio a iniezione
Per lo stampaggio si utilizzano le presse a iniezione termoplastica, che fondono i granuli di materia plastica per poi iniettare il composto ad alta velocità e pressione negli stampi, dove avviene il raffreddamento.
Stampaggio per compressione
Nello stampaggio per compressione si sottopone il polimero in polvere oppure in pellet a elevate pressioni: avviene così la reticolazione, utile in particolare per le plastiche termoindurenti.
Stampaggio per trasferimento
Nello stampaggio per trasferimento, la materia plastica viene resa malleabile e poi sottoposta a reticolazione in uno stampo chiuso.
Estrusione plastica
Nell’estrusione il materiale plastico viene riscaldato e spinto nell’estrusore, con l’ausilio di una vite: in questo modo la forma resta sempre la medesima, mentre si può intervenire sulla lunghezza del prodotto finale.
Estrusione in bolla
Le pellicole di polietilene sono prodotte tramite un processo chiamato estrusione in bolla, in cui il polimero riscaldato passa attraverso l’estrusore in una filiera circolare.
Termoformatura
La termoformatura consiste nell’estrusione di film o lastre che vengono fatte passare in uno stampo, nel quale l’oggetto prende la forma desiderata per mezzo dell’aria compressa.
Soffiaggio
Il soffiaggio della plastica è un processo molto simile a quello utilizzato per il vetro, e serve a produrre oggetti con corpi cavi come le bottiglie.
Eliminare l’elettricità statica da PET, HDPE, PVC e PP per una produzione industriale più efficiente e sicura
Durante lo stampaggio, l’estrusione, la termoformatura e il soffiaggio dei materiali plastici, si produce elettricità statica, che si accumula su PET, HDPE, PVC e PP e rende difficoltosi gli altri processi ai quali devono essere sottoposti.
Nel caso del PET e dell’HDPE, che trovano ampio utilizzo nel packaging alimentare, possono esserci problemi nella pulizia e nell’etichettatura, poiché le cariche attirano le particelle di polvere che si trovano nell’aria. L’effetto può essere quindi una contaminazione del manufatto o l’impossibilità di far aderire alla perfezione l’etichetta. Le cariche si accumulano anche sui film plastici, quando vengono avvolti o nel passaggio sulle macchine: la pellicola si attacca a se stessa o al rullo, ed è necessario l’intervento dell’operatore.
Nel caso del PVC, spesso modellato per stampaggio a caldo oppure estruso, il prodotto potrebbe rimanere attaccato allo stampo oppure al nastro trasportatore in uscita, rendendo difficile l’operazione di recupero: in questi casi, infatti, gli operatori rischiano anche di prendere la scossa.
Anche il PP è in genere lavorato con stampaggio a iniezione ed estrusione. Molte delle sue applicazioni in ambito medico e farmaceutico rendono necessario risolvere il problema delle cariche elettrostatiche: in questi settori, infatti, deve essere assolutamente evitata la contaminazione, che può verificarsi per via delle polveri che si depositano sui materiali.
Eliminare le cariche dalla plastica installando delle barre ionizzanti
Se nella linea di produzione si registra un aumento di scarti o maggiore incidenza di scosse agli operatori, è necessario comprenderne l’origine: potrebbe infatti trattarsi di un guasto alla macchina, oppure di un accumulo di cariche elettrostatiche. In questo caso, con l’installazione di barre ionizzanti l’energia statica non comprometterà più la produzione: i processi di lavorazione industriale della plastica torneranno a essere sicuri ed efficienti. Per trovare la soluzione più adatta, però, è sempre meglio rivolgersi a professionisti del settore: noi di Barreantistatiche.it siamo a tua disposizione per una consulenza personalizzata e un sopralluogo in azienda.
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